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È allarme nel settore vitivinicolo italiano dopo l’annuncio del presidente USA Donald Trump di imporre dazi del 30% ai vini europei. “È un livello intollerabile, soprattutto sommato alla svalutazione del dollaro”, commenta Angelo Radica (foto), sindaco di Tollo e presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino.

Radica avverte: “Molte aziende non reggerebbero. Il mercato USA valeva il 24% dell’export italiano nel 2024, quasi 2 miliardi di euro. Senza accordo, servono aiuti immediati da governo e UE per sostenere la competitività”.

Preoccupato anche Alessandro Nicodemi, presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo: “Pensavamo a un dazio del 15%, il 30% è un colpo durissimo. È come un embargo. Il Montepulciano d’Abruzzo rischia di sparire dagli scaffali USA”.

Nicodemi contesta anche l’“invito” di Trump a delocalizzare: “Non possiamo trasferire i nostri vigneti. I disciplinari DOP e IGP garantiscono l’origine e la qualità. Spostare la produzione è impossibile”.

La richiesta dei produttori è chiara: riaprire il dialogo e trovare un’intesa prima che i danni diventino irreversibili.

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