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Sarà processato con rito immediato il diciottenne romano accusato di aver istigato al suicidio Andrea Prospero, lo studente universitario originario di Lanciano trovato senza vita lo scorso 29 gennaio in una struttura ricettiva del centro storico di Perugia. La decisione è stata presa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Perugia, che ha ritenuto il quadro probatorio già sufficiente per andare a processo senza passare per l’udienza preliminare.
Andrea, 19 anni, frequentava il corso di Informatica all’Università di Perugia, dove si era trasferito per studiare. La sua morte aveva inizialmente fatto pensare a un gesto estremo isolato, ma le successive indagini condotte dalla polizia hanno rivelato retroscena inquietanti.
In particolare, l’arresto del giovane romano, avvenuto a marzo, ha fatto emergere una serie di messaggi scambiati su Telegram con la vittima, dai contenuti agghiaccianti. “Ce la puoi fare, ammazzati” e “manda giù le pasticche con il vino, non sentirai dolore, solo piacere”, sarebbero alcune delle frasi scritte dall’indagato, che secondo gli inquirenti avrebbe esercitato una pressione psicologica costante, spingendo Andrea verso la decisione finale.
Le forze dell’ordine hanno sequestrato e analizzato telefoni, SIM e dispositivi elettronici, dai quali sono emersi elementi ritenuti determinanti. Nelle indagini è finito anche un secondo giovane, residente in Campania, accusato di aver fornito gli oppiacei acquistati online, risultati poi letali.
Il processo è stato fissato per l’8 ottobre dinanzi al Tribunale di Perugia.
Andrea, 19 anni, frequentava il corso di Informatica all’Università di Perugia, dove si era trasferito per studiare. La sua morte aveva inizialmente fatto pensare a un gesto estremo isolato, ma le successive indagini condotte dalla polizia hanno rivelato retroscena inquietanti.
In particolare, l’arresto del giovane romano, avvenuto a marzo, ha fatto emergere una serie di messaggi scambiati su Telegram con la vittima, dai contenuti agghiaccianti. “Ce la puoi fare, ammazzati” e “manda giù le pasticche con il vino, non sentirai dolore, solo piacere”, sarebbero alcune delle frasi scritte dall’indagato, che secondo gli inquirenti avrebbe esercitato una pressione psicologica costante, spingendo Andrea verso la decisione finale.
Le forze dell’ordine hanno sequestrato e analizzato telefoni, SIM e dispositivi elettronici, dai quali sono emersi elementi ritenuti determinanti. Nelle indagini è finito anche un secondo giovane, residente in Campania, accusato di aver fornito gli oppiacei acquistati online, risultati poi letali.
Il processo è stato fissato per l’8 ottobre dinanzi al Tribunale di Perugia.