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Quattro giovani appartenenti alla tifoseria organizzata del Chieti non potranno mettere piede negli stadi per un periodo che varia da uno a tre anni. La decisione arriva dopo un episodio di violenza verificatosi lo scorso giugno a Chieti Scalo, quando un gruppo di ultras, a bordo di un’auto, ha fermato un padre e il figlio minorenne per impossessarsi di una sciarpa con i colori del Pescara.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’auto dei due malcapitati era stata bloccata al semaforo da quella dei tifosi teatini: due degli aggressori, con il volto coperto, hanno intimato la consegna del vessillo calcistico. L’azione, in pieno stile da “raid ultras”, è stata denunciata dalle vittime e ha portato all’identificazione dei responsabili grazie alle indagini della Digos.

I quattro sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per concorso in rapina aggravata. In parallelo, la Divisione Anticrimine della questura di Chieti ha emesso nei loro confronti altrettanti Daspo, misura preventiva che impedisce l’accesso agli impianti sportivi. La durata varia in base ai precedenti di ciascuno: da un minimo di un anno a un massimo di tre.

La Questura ha chiarito che tali provvedimenti, pur riguardando un episodio avvenuto lontano dallo stadio, rientrano nella categoria delle misure “fuori contesto”: atti di violenza commessi da soggetti che frequentano abitualmente gli impianti sportivi e che, con i loro comportamenti, hanno dimostrato una concreta pericolosità sociale.

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