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LANCIANO. La Corte d’Assise di Lanciano ha condannato all’ergastolo Aldo Rodolfo Di Nunzio, 73 anni, ex vigile del fuoco, ritenuto colpevole dell’omicidio della moglie, Annamaria D’Eliseo, 60 anni, collaboratrice scolastica. L’uomo era accusato di omicidio volontario aggravato. I fatti risalgono al 15 luglio 2022.
Secondo l’accusa, Di Nunzio – che ha sempre dichiarato la propria innocenza – avrebbe strangolato la moglie utilizzando fili elettrici nel garage della loro abitazione, situata in località Iconicella di Lanciano, cercando poi di far credere che si trattasse di un suicidio.
Durante il processo, il pubblico ministero ha presentato alla Corte – presieduta da Giovanni Nappi – una serie di elementi ritenuti decisivi: la dinamica della morte, per soffocamento, non compatibile con l’impiccagione; l’assenza di ganci nel soffitto del garage; l’inadeguatezza dei fili utilizzati per sostenere il peso del corpo; e l’assenza di altre persone nell’abitazione al momento del delitto, avvenuto in una finestra temporale compresa tra le 13:05 e le 13:08.
Il pm ha inoltre sottolineato il temperamento violento dell’imputato, citando episodi precedenti all’interno del contesto familiare.
Di Nunzio, presente in aula, è detenuto nel carcere di Teramo dal gennaio 2024. In aula erano presenti anche i cinque figli della coppia, costituitisi parte civile e rappresentati dall’avvocato Elisabetta Merlino. Parte civile anche l’Associazione Dafne, assistita dall’avvocato Pina Benedetti. La difesa dell’imputato era affidata agli avvocati Alessandra Baldassarre e Calogero Talluto.
Al termine dell’udienza, la Corte ha pronunciato la sentenza: ergastolo per Aldo Rodolfo Di Nunzio.
Secondo l’accusa, Di Nunzio – che ha sempre dichiarato la propria innocenza – avrebbe strangolato la moglie utilizzando fili elettrici nel garage della loro abitazione, situata in località Iconicella di Lanciano, cercando poi di far credere che si trattasse di un suicidio.
Durante il processo, il pubblico ministero ha presentato alla Corte – presieduta da Giovanni Nappi – una serie di elementi ritenuti decisivi: la dinamica della morte, per soffocamento, non compatibile con l’impiccagione; l’assenza di ganci nel soffitto del garage; l’inadeguatezza dei fili utilizzati per sostenere il peso del corpo; e l’assenza di altre persone nell’abitazione al momento del delitto, avvenuto in una finestra temporale compresa tra le 13:05 e le 13:08.
Il pm ha inoltre sottolineato il temperamento violento dell’imputato, citando episodi precedenti all’interno del contesto familiare.
Di Nunzio, presente in aula, è detenuto nel carcere di Teramo dal gennaio 2024. In aula erano presenti anche i cinque figli della coppia, costituitisi parte civile e rappresentati dall’avvocato Elisabetta Merlino. Parte civile anche l’Associazione Dafne, assistita dall’avvocato Pina Benedetti. La difesa dell’imputato era affidata agli avvocati Alessandra Baldassarre e Calogero Talluto.
Al termine dell’udienza, la Corte ha pronunciato la sentenza: ergastolo per Aldo Rodolfo Di Nunzio.