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FOSSACESIA – Sulle rive della Costa dei Trabocchi è andata in scena la prima edizione del Parkithlon, un triathlon unico nel suo genere che ha trasformato lo sport in un gesto di solidarietà e speranza. L’iniziativa, dedicata alle persone con Parkinson, alle loro famiglie, ai medici e a chi sostiene la ricerca, ha portato in Abruzzo oltre cento partecipanti provenienti da tutta Italia.
Tra i protagonisti, un gruppo numeroso arrivato da Ferrara, un concorrente di 88 anni e la più giovane partecipante di appena 44: testimonianze viventi che la malattia si può affrontare con forza, movimento e condivisione.
Il percorso, suddiviso in tre prove, ha visto gli atleti cimentarsi in 400 metri di nuoto e 10 chilometri in bicicletta prima di concludere con una camminata collettiva di 2,5 chilometri. Un finale simbolico: tutti insieme, fianco a fianco, per ribadire l’importanza dell’attività fisica nella gestione del Parkinson e accendere i riflettori sulla ricerca scientifica.
Il Parkithlon è stato promosso dalla Fondazione LIMPE per il Parkinson ETS, realtà nata nel 2014 con l’obiettivo di sostenere la ricerca medico-scientifica, organizzare eventi di sensibilizzazione e offrire informazioni chiare e affidabili a pazienti, caregiver e operatori sanitari. Contestualmente, è attiva una raccolta fondi sulla piattaforma retedeldono.it per finanziare studi e progetti dedicati a questa patologia che, solo in Italia, coinvolge oltre 300.000 persone.
Il Parkinson, seconda malattia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer, è causato dalla degenerazione dei neuroni che controllano i movimenti. Tremori, rigidità, lentezza motoria, fatica e insonnia sono solo alcuni dei sintomi che compromettono la qualità della vita. Seppur le terapie attuali permettano di alleviare i disturbi, una cura definitiva ancora non esiste.
Con il Parkithlon, però, un messaggio chiaro si è diffuso dalla Costa dei Trabocchi: lo sport e la solidarietà possono diventare alleati preziosi per affrontare la malattia e sostenere chi ne è colpito.
Tra i protagonisti, un gruppo numeroso arrivato da Ferrara, un concorrente di 88 anni e la più giovane partecipante di appena 44: testimonianze viventi che la malattia si può affrontare con forza, movimento e condivisione.
Il percorso, suddiviso in tre prove, ha visto gli atleti cimentarsi in 400 metri di nuoto e 10 chilometri in bicicletta prima di concludere con una camminata collettiva di 2,5 chilometri. Un finale simbolico: tutti insieme, fianco a fianco, per ribadire l’importanza dell’attività fisica nella gestione del Parkinson e accendere i riflettori sulla ricerca scientifica.
Il Parkithlon è stato promosso dalla Fondazione LIMPE per il Parkinson ETS, realtà nata nel 2014 con l’obiettivo di sostenere la ricerca medico-scientifica, organizzare eventi di sensibilizzazione e offrire informazioni chiare e affidabili a pazienti, caregiver e operatori sanitari. Contestualmente, è attiva una raccolta fondi sulla piattaforma retedeldono.it per finanziare studi e progetti dedicati a questa patologia che, solo in Italia, coinvolge oltre 300.000 persone.
Il Parkinson, seconda malattia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer, è causato dalla degenerazione dei neuroni che controllano i movimenti. Tremori, rigidità, lentezza motoria, fatica e insonnia sono solo alcuni dei sintomi che compromettono la qualità della vita. Seppur le terapie attuali permettano di alleviare i disturbi, una cura definitiva ancora non esiste.
Con il Parkithlon, però, un messaggio chiaro si è diffuso dalla Costa dei Trabocchi: lo sport e la solidarietà possono diventare alleati preziosi per affrontare la malattia e sostenere chi ne è colpito.